Le call to action sono quelle famose paroline (di solito poste alla fine di un messaggio), che invitano l’utente a svolgere un’azione.
Possono incitare il follower ad iscriversi alla newsletter, a saperne di più andando sul sito, a commentare, mettere like, condividere.
Sono microcopy (“piccolo testo”), che terminano il comunicato, e rendono l’utente partecipe e attivo. Gli chiedono di fare qualcosa, di agire, di rendersi protagonista del nostro contenuto.
Sono il risultato di tecniche di persuasione che ci permettono di registrare qualsiasi interazione in grado di darci maggiore visibilità online e credibilità nella nostra community.
Call to action
Letteralmente “chiamata all’azione”. Metaforicamente, è un micro-condottiero che porta le sue truppe a superare tutti gli ostacoli.
Tutto il loro potere si riversa in poche parole ben pensate (appunto, “micro-copy”: piccolo testo). “Scopri di più”, “Clicca qui”, “Conoscimi”, “Prendi spunto”, “Vieni con noi”.
Il microcopy da tutto il meglio di sé stesso quando parla al suo pubblico. Ed è qui che il nostro piccolo condottiero si mette al centro della piazza, esclama, informa ed incita con pochi termini tanto minuscoli quanto efficaci.
Dove le troviamo
Le call to action vengono inserite:
- nei social media. Rimandano a link di approfondimento, alla mailing list, ad altri canali social;
- nelle newsletter. Sono quei coloratissimi pulsanti luminosi e tondeggianti, ricchi di promesse;
- negli articoli del blog. Alla fine dei nostri contenuti, rimandano a servizi, eventi o ad altre informazioni in grado di avvalorare ciò che abbiamo scritto;
- letteralmente ovunque, come la pagina 404. Qualsiasi comunicazione, porta ad un messaggio. Non cerchiamo utenti passivi, che ci leggano senza interagire. Vogliamo attirare l’attenzione dei fan più attivi per permetterci di crescere ancora di più. Non comunichiamo per dare sfogo al nostro ego (non sempre almeno), ma per condividere qualcosa di utile. E cosa c’è di più utile di un contenuto che incita all’azione?
Esempi fenomenali
Mailchimp, la piattaforma per le newsletter, ti aiuta a compilare i dati in modo preciso e semplice. Hai sbagliato? La sua risposta ti spiega dove hai commesso l’errore e ti ammonisce in modo ironico (frase in rosso).
Google Task ti permette di creare un elenco delle attività che vuoi realizzare. Quando le hai portate tutte a termine, ti invita a “vivere un nuovo inizio” creando una nuova lista. Semplice e simpatico, questo microcopy sfrutta la lingua inglese per creare una connessione tra il cominciare un’altra serie di operazioni e “iniziare una nuova vita”.
Call to action nel blog
I siti web sono una miniera di call to action. Le troviamo ovunque: per invitare le persone a conoscerci leggendo l’about page, per scoprire i nostri servizi, per iscriversi alla nostra newsletter, per seguirci sui social media.
Le chiamate all’azione sono un’espressione della nostra personalità. Possono essere comuni come “scopri di più”, oppure progettate per esprimere il tono di voce che vogliamo comunicare (come gli esempi riportati sopra).
Quale personalità vuoi portare online?
Ironico, empatico, forte, sensibile, frizzante, brillante?
L’identità che vuoi enfatizzare, si manifesta ancora più intensamente in poche parole.
Fai il più grande rumore con la più piccola comunicazione.